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Una donna. Un uomo. Un amore irriducibile e lanciato a superare il tempo che non è più astrazione perfetta ma un gorgo che risucchia. Un uomo e una donna sospesi sull'orlo del mondo, con un sentimento forte e spietato come il silenzio a cui si aggrappano. Ma dire mondo è vero e falso nello stesso momento, perché il mondo può stare tutto in un pensiero. Oppure tutto in lei. E in lui. Per salvarsi da se stessi, dall'assedio continuo dell'egoismo che inchioda alla convinzione che il proprio dolore sia unico e irripetibile in mezzo a centinaia di identici dolori unici e irripetibili. Un amore che sopravvive al dolore aggrappandosi a un lungo fiume di lettere incessanti. Con una scrittura densa e poetica, Barbara Garlaschelli ci conduce là dove ci si rifugia non per porre una distanza ma per trovare un luogo in cui spegnere una rabbia divorante, arrotolandosi nella vita come in una matassa che offre un minuscolo riparo. Pagina dopo pagina, l'autrice srotola il filo di una solitudine indicibile che protegge dall'assalto ricordi inattesa di un segnale che suggerisca che è di nuovo tempo di partire. Fino all'ultimo sorprendente finale.